Il Cinquecento e il Manierismo
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Sebastiano Mainardi |
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Moretto da Brescia |
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Bernardino Fungai |
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Pontormo |
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Andrea Solario |
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Giovanni Antonio Sogliano |
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Lorenzo Costa |
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Francesco Melzi |
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Piero di Cosimo |
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Domenico Capriolo |
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Macrino d'Alba |
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Lattanzio da Rimini |
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Martino da Udine |
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Rosso Fiorentino |
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Francesco Bissolo |
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Giulio Romano |
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Marco d'Oggiono |
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Giovanni da Udine |
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Michelangelo Buonarroti |
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Pietro Cavaro |
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Garofalo |
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Gian Giacomo Caraglio |
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Gaudenzio Ferrari |
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Perin del Vaga |
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Sodoma |
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Parmigianino |
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Bartolomeo della Porta |
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Bronzino |
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Giorgione |
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Francesco Primaticcio |
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Dosso Dossi |
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Niccolò dell'Abate |
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Giovanni Gerolamo Savoldo |
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Jacopo Bassano |
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Bernardino Luini |
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Procaccini |
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Lorenzo Lotto |
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Schiavone |
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Palma il Vecchio |
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Giorgio Vasari |
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Romano Antoniazzo |
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Giovan Battista Moroni |
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Baldassarre Peruzzi |
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Tintoretto |
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Andrea Delitio |
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Giampietrino |
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Raffaello Sanzio |
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Pellegrino Tibaldi |
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Franciabigio |
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Giuseppe Arcimboldo |
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Giovanni Ambrogio Bevilacqua |
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Taddeo Zuccari |
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Romanino |
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Veronese |
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Sebastiano del Piombo |
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Alessandro Allori |
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Domenico Beccafumi |
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Santi di Tito |
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Cavazzola - Bonifacio Veronese |
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Jacopo Zucchi |
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Pier Francesco Sacchi |
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Scipione Pulzone |
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Andrea del Sarto |
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Barrocci |
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Correggio |
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Bernardino Licinio |
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Tiziano Vecellio |
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Il passaggio tra il XV ed il XVI secolo con la scoperta
dell'America avvenuta nel 1492 segna l'esperienza storica finalmente
definibile "moderna". Gli avvenimenti portano tracce di una
forte divaricazione: da un lato eventi politici tumultuosi che determinano
la fine delle autonomie italiane, le corti di Milano, Napoli e Firenze che
vacillano incalzate dalle pretese imperiali francesi prima e asburgiche
poi, l'insorgere della Riforma protestante e l'apertura a nuovi mondi;
dall'altro una straordinaria floridezza culturale, forte di ingegni e di
mezzi quali difficilmente si possono riscontrare in un così circoscritto
numero di anni.
In quest'ambiente, Roma offrì ospitalità alla diaspora
d'artisti seguita alla caduta dei principali centri della penisola e con
l'ascesa al soglio pontificio di Giulio II e Leone X divenne il più
importante centro dell'arte e dell'architettura rinascimentali.
In questi anni l'artista più attivo è il Bramante autore
di un progetto per la nuova Basilica di San Pietro. Questi fa giungere a
Roma il concittadino Raffaello, allievo di Perugino e collaboratore di
Pinturicchio. Nato ad Urbino, Raffaello giunse a Roma nel 1508 lo stesso
anno in cui Michelangelo - di personalità diversa tutt'altro che olimpica
- iniziava gli affreschi della Cappella Sistina.
Architetto e pittore, Raffaello fu
incaricato di realizzare le decorazioni delle stanze di Giulio II, nei
Palazzi Vaticani. Conosciuti in tutto il mondo sono i suoi affreschi per
la Stanza della Segnatura, La Disputa del Sacramento, ricca di riferimenti
teologici sul sacramento dell'Eucarestia e La Scuola di Atene,
caratterizzata da una calibratissima composizione che si sviluppa attorno
alle due figure di Platone ed Aristotele.
La Disputa del Sacramento

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La Scuola di Atene

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Lontano dalla Capitale continuava, intanto, la grande
tradizione della pittura veneta. Dalla lezione di Giorgione, maestro del
colore dal tratto gentile e delicato, prese avvio l'arte di Tiziano. La
pennellata fluida, l'armonia della composizione e la classica serenità
delle figure (ad esempio in L'Amore sacro e l'Amor profano del 1515 ca. -
Galleria Borghese a Roma) sono i segni distintivi della sua pittura.
Tiziano eseguì anche molti ritratti che divennero presto modelli
indiscussi del genere per tutto il secolo e per buona parte del
successivo.
Giorgione e Tiziano
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L'amore sacro e l'amor profano

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La tradizione veneziana proseguì poi per tutto il
Cinquecento con altri grandi artisti come Lorenzo Lotto, Veronese e
Tintoretto. A Parma fiorì il genio di Correggio, il cui nome è legato
agli splendidi cicli d'affreschi della cosiddetta Camera della Badessa
(1519 - Refettorio del Convento di San Paolo). Pittore capace di grande
efficacia espressiva, rivelò un'approfondita conoscenza della pittura
romana che rielaborò in uno stile molto originale. La ricchezza di temi e
soggetti delle sue opere, generalmente attinti alla mitologia classica, i
mossi giochi di luce, gli scorci prospettici impostati su sorprendenti
punti di fuga, preludono al rifiuto dell'equilibrio dei canoni della
classicità e aprono la strada ai linguaggi più lirici e decorativi
tipici del manierismo.
Correggio
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Il manierismo
Un viaggiatore europeo che fosse sceso in Italia verso il
1520 per ammirare la vittoria sugli antichi conseguita da Raffaello e
Michelangelo, avrebbe provato sconcerto vedendo, prima di arrivare a Roma,
l'ardito sperimentalismo del primo Correggio a Parma e degli esordi
fiorentini di Pontorno e di Rosso Fiorentino.
Nel 1520 Raffaello muore e sette anni dopo Roma è
saccheggiata: è un decennio dalle tinte catastrofiche e il primo effetto
storico artistico è quello della dispersione degli artisti, soprattutto
quelli cresciuti alla scuola di Raffaello. La maniera moderna,
dunque si diffonde, ma nello stesso tempo è interpretata e per certi
aspetti contraddetta. E' il percorso del manierismo sulla cui
identificazione e cronologia è da sempre aperto uno dei più accesi
dibattiti storico-critici. Occorre specificare, però, che il manierismo
non si sviluppò come reazione e rifiuto totale ai canoni del
Rinascimento, piuttosto fiorì dal suo interno, esasperando alcuni
elementi già presenti nell'opera di maestri come Raffaello e
Michelangelo. Il Giudizio Universale presenta, ad esempio, elementi e
stilemi figurativi addirittura più estremi di quelli di molti manieristi.
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