Michelangelo Buonarroti (Caprese,Arezzo 1475 - Roma 1564)


Foglietto emesso dall'U.R.S.S. per il 500° anniversario della nascita

Autoritratti

500° anniversario dalla nascita

Tondo Pitti
Finestrone decorativo Palazzi Vaticani
Particolare Giudizio Universale

Repubblica Italiana

 Serie Michelangiolesca 1961 e segg.

Gli originali (particolari) tranne il 200 lire Autoritratto fanno parte degli affreschi che ornano la Cappella Sistina

Gli "Ignudi"

Sibilla Libica

Sibilla Eritrea

Sibilla Delfica

Sibilla Cumana

Profeta Gioele

Profeta Isaia

Profeta Daniele

Profeta Zaccaria

Profeta Giona

Profeta Geremia

Profeta Ezechiele

Autoritratto

Adamo

Eva


Figlio di Lodovico Buonarroti è stato l’artista più geniale ed inquieto della storia dell’arte occidentale. Fu scultore, pittore, architetto e poeta e concepì la sua attività come un’incessante ricerca dell’ideale di bellezza.

Come per Leonardo da Vinci, in questa raccolta filatelica tematica è trattato sostanzialmente l’aspetto dell’artista avuto riguardo  ai dipinti e solo cenni indispensabili sugli altri aspetti artistici.

Ancora in tenera età (1488), dopo studi umanistici, entrò nella bottega del Ghirlandaio a Firenze, ma l’attrazione per la scultura antica lo portò presto a frequentare il giardino di San Marco  dove la famiglia Medici aveva realizzato una cospicua collezione di statue classiche. Le sue prime prove di scultura vennero notate da Lorenzo de’ Medici che lo portò a vivere con la sua famiglia e lo mise a contatto con la cerchia di personalità politiche e culturali del tempo che gravitava intorno al suo palazzo. Qui Michelangelo ebbe contatto con Poliziano, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e la sua cultura si plasmò nella dottrina platonica ed il suo gusto artistico si formò sugli esempi di Masaccio, Donatello, Giotto, Giovanni e Nicola Pisano.

La Madonna della Scala e La Battaglia dei Centauri (1490-1492, Casa Buonarroti, Firenze)) lo resero celebre non ancora ventenne.

Nel 1494, per sfuggire a Carlo VIII, lasciò Firenze e si recò a Bologna dove, ammirati i rilievi di Jacopo della Quercia, scolpì un bassorilievo per il Duomo di San Petronio. Fece poi ritorno a Firenze nel 1495, nello stesso periodo in cui fra’ Gerolamo Savonarola tuonava contro il lusso e l’arte paganeggiante. Si diresse quindi a Roma dove realizzò in San Pietro il gruppo marmoreo della Pietà Vaticana.

Di ritorno a Firenze, fra il 1501 ed il 1505, ebbe un’intensa fase creativa ed appartengono a questo periodo dipinti quali la Madonna di Bruges (1501, Notre Dame, Parigi), il Tondo Pitti (1504-1505, Bargello, Firenze), il Tondo Taddei (1505-1506, Royal Academy, Londra) e il più noto Tondo Doni (1504-1505, Uffizi, Firenze) che, dopo il recente restauro, ha rivelato gli stessi colori brillanti che ritroveremo nella Cappella Sistina. Frattanto, nel 1501 ricevette la commissione del David da parte dell’Opera del Duomo di Firenze che gli commissionò la scultura come simbolo della repubblica fiorentina.

Tornato poi a Roma ricevette dal Papa Giulio II quell’incarico che lo avrebbe gravato per un quarantennio: la sepoltura monumentale del Papa, da lui ideata come un vero mausoleo classico dove si integrano architettura e scultura. Trascorse così otto mesi a Carrara per scegliere i marmi più adatti, ma il Papa era tutto preso dal progetto del nuovo San Pietro, affidato al Bramante, e Michelangelo, deluso e geloso, lasciò Roma per due brevi soggiorni a Firenze e Bologna, prima di riappacificarsi con il pontefice. E da lui nel 1508 ottenne l’incarico prestigioso della decorazione pittorica della volta della Cappella Sistina.

Cinquecento metri quadri decorati da Michelangelo in quattro anni sempre sdraiato sulle impalcature e con lo sguardo ed il pennello sempre rivolti verso l’alto.

L’affresco rappresenta la piena espressione degli ideali artistici del Rinascimento affidati ad un’interpretazione neoplatonica della Genesi. Il risultato stupisce ancora dopo secoli. Struttura architettonica reale e figure dipinte son in calibrato rapporto reciproco; tutto è studiato nei minimi particolari: basti guardare i bozzetti ed i cartoni preparatori dove i modelli sono analizzati sotto ogni punto di vista. Le figure affrescate, dal plasticismo scultoreo, spiccano per i corpi vivi e possenti, di rara bellezza ed espressività. Seduti in trono sono i Profeti e le Sibille, mentre gli Ignudi collegano tra loro i diversi gruppi di figura ed incorniciano le nove Storie della Genesi. Nel cuore della volta è la creazione di Adamo: un semplice gesto di Dio Padre dà vita al primo uomo e richiama l’attenzione dei fedeli riguardanti verso di sé.

Tra il 1513 ed il 1515 si dedicò, dopo la morte di Giulio II, a scolpire alcune figure della sua tomba.

Nel 1516 ritornò a Firenze e si dedicò alla Basilica di San Lorenzo, da sempre sotto il patronato mediceo e nel 1519 eseguì i lavori nella Cappella Medici.

Dal 1527 (Sacco di Roma) al 1530 (Assedio di Firenze), Michelangelo fu al servizio della Repubblica fiorentina come responsabile delle fortificazioni, ma la caduta della città in mano a Clemente VII lo riportò agli ordini dei Medici.

Nel 1534 fece ritorno a Roma dove, su incarico del Papa Paolo III realizzò l’opera della sua piena maturità Il Giudizio Universale (1536-1541) della Cappella Sistina.

L’affresco riconosce le sue fonti nella Bibbia e nella costruzione immaginifica di Dante, ma deve la sua ispirazione più profonda alla concezione religiosa di Michelangelo. L’iconografia tradizionale del Giudizio Universale è stravolta, il linguaggio razionale ed ordinato proprio del Rinascimento è abbandonato. La composizione è dominata dalla figura possente del Cristo Giudice, circondata dalle schiere degli Eletti e dei Dannati che fluttuano nello spazio obbedendo al gesto divino: i Beati ascendono, i Dannati precipitano. Sulla pelle di San Bartolomeo si riconosce il ritratto deforme dello stesso Michelangelo.

Negli ultimi anni della sua vita, l’artista smise di dipingere dedicandosi quasi esclusivamente all’architettura, scultura e poesia. Furono anni di drammatica crisi interiore come lo testimonia l’incompiutezza della Pietà Rondanini rimaneggiata di continuo fino a quattro giorni prima della morte (1564). La città di Firenze ne reclamò le spoglie che il nipote trafugò da Roma.


5 f. Sibilla Libica - 13 f. Sibilla Cumana - 27 f. Sibilla Delfica

18 f. Profeta Gioele - 31 f. Profeta Ezehiele - 40 f. Sibila Persica - 40 f. Profeta Geremia

Diluvio Universale

 

1 c. Profeta Zaccaria - 2 c. Giudizio Universale - 3 c. La Creazione dell'Uomo - 4 c. Cappella Sistina - 20 c. Tondo Doni

 

Creazioni di astri e piante - Creazione dell'Uomo

Il peccato originale - Il diluvio universale


Soggetti tratti da alcuni particolari delle 14 "lunette" raffiguranti gli antenati di Cristo

50 e 100 - "lunetta" Eleazar  - 150 2 250 - "lunetta" Iacob

350 e 400 - "lunetta" Iosias  - 500 e 650 "lunetta" Asa

800 e 1000 - "lunetta" Zorobabel  - 2000 e 3000 - "lunetta" Azor

"Tondo Doni"

"atleta"

Adamo

Eva

Profeta Isaia - Sibilla Delfica - Profeta geremia - Profeta Ioele

Compianto sul Cristo morto


Sculture

David   -  Mosè

La Pietà   -  Madonna di Mouscron

Madonna Taddei - Madonna della Scala - Tondo Pitti