Franciabigio (Firenze 1484 - 1525)


Soprannome di Francesco di Cristofaro. Ebbe una breve carriera artistica che  svolse interamente a Firenze come ritrattista. La sua pittura avvertì l’influsso di Raffaello e soprattutto di Andrea del Sarto con il quale collaborò a partire dal 1510.

I dipinti del secondo decennio del XVI secolo sono caratterizzati da semplificazioni compositive di retaggio quattrocentesco, ravvivate tuttavia dalla concretezza dei dettagli (affresco dell’Ultima Cena, 1514, Convento della Calza, Firenze; Madonna fra i santi Francesco e Giobbe, 1516, Uffizi, Firenze). Completato nel 1518 il ciclo d’affreschi di Andrea del Sarto  nel Chiostro dello Scalzo, dopo un viaggio a Roma, che lo portò a contatto con le opere di Raffaello e Michelangelo, Franciabigio accentuò la pienezza rinascimentale delle figure e la  complessità degli schemi compositivi, come si vede nel Trionfo di Cicerone affrescato nel 1521 nella Villa di Poggio a Caiano. D’eccellente qualità sono soprattutto i ritratti, in particolare quelli tardi, emergendo in tralice da fondali ombrosi, sporgono i volti in una luce che ne svela la fisionomia, ma anche la tensione psicologica (Ritratto del fattore di Pier Francesco de’ Medici, Hampton Court, Londra).


Bevilacqua Giovanni Ambrogio (attivo 1485-1502)


Detto Liberale Milanese. Pittore italiano di cui si pensa che abbia lavorato nella bottega del Borgognone, poiché la sua arte è molto vicina a quella del maestro. Sue opere certe sono la Madonna in  Madonna in trono con Santi Giovanni Battista, San Bernardo da Chiaravalle e devoto (1502, Milano, Brera) e gli affreschi della parrocchiale di Landriano (1485).

San Bernardo e San Giovanni Battista -  San Girolamo e San Francesco


Romanino (Brescia 1484 circa - 1562)


Ritratto del Romanino

Pseudonimo di Gerolamo Romani o Girolamo da Romano, fu un importante esponente della pittura bresciana del Cinquecento cui attribuì un gusto molto personale d’impronta veneta e   d’ispirazione nordica. Formatosi tra Brescia e Milano, si avvicinò da un lato a Giorgione,Tiziano e all’arte incisiva e naturalistica di Dürer, dall’altro seguì le orme del Bramante, soprattutto per quanto riguardava la ricerca prospettica. Nel 1513 si recò a Padova dai benedettini del monastero di Santa Giustina, per dipingere due ante d’organo (oggi andate perdute), una pala d’altare, opera di imponenti dimensioni (7 mt. x 4,5 mt.) [vedi anche particolare] e un Cenacolo (entrambi al Museo Civico di Padova). Qualche anno dopo si trovò a Cremona ad affrescare il Duomo con Quattro storie della Passione di  Cristo (1519-1520). Improvvisamente, tuttavia, l'incarico gli venne tolto a favore del Pordenone, i cui riferimenti a Michelangelo parvero ai committenti più attuali e innovativi. Dopo un periodo di crisi, il linguaggio del Romanino, sempre più attratto dai nordici, divenne eccentrico aumentarono i giochi di chiaroscuro, le figure assunsero un’espressività più marcata, le pennellate si fecero più rapide. La sua abilità nel mantenere una composizione equilibrata e precisa si manifestò in particolare nel polittico della Natività (1525, National Gallery, Londra) e nella successiva Incoronazione della Vergine e santi (Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia).


Polittico della Natività (1525, National Gallery, Londra)



Sebastiano del Piombo (Venezia 1485 circa - Roma 1547)


Ritratto di Sebastiano del Piombo

Soprannome di Sebastiano Lucani, allievo di Giorgione, la cui dolce maniera influì nel dipinto della Morte dl Adone (1512, Uffizi, Firenze). 


Morte di Adone (1515, Uffizi, Firenze)



Dal 1511 fu attivo a Roma dove divenne grande amico di Michelangelo, dal quale ricevette suggerimenti e preziosi disegni. L’influsso della plasticità e monumentalità michelangiolesche si avverte in opere quali la Pietà (1517 ca. Museo Civico, Viterbo), la Resurrezione di Lazzaro (1519, National Gallery di Londra), la Flagellazione (1517 - 1524 San Pietro in Montorio, Roma), nonché nella serie dei Cristo portacroce.

 

  (1508, Szécpmuvészeti Museum)

(1515, Museo del Prado Madrid)

(1529, Museo del Prado, Madrid)


Sebastiano realizzò inoltre eccellenti ritratti, in cui s’intuiscono suggestioni raffaellesche. Ricordiamo il Ritratto di Andrea Doria (Galleria Doria Pamphili, Roma, 1526),  il Ritratto di Clemente VII (1526, Museo di Capodimonte, Napoli) e il Ritratto di Cristoforo Colombo (1519, Metropolitan Museum, New York). Nel 1531, lo stesso papa Clemente  VII lo nominò custode del “piombo", i sigilli cioè della cancelleria pontificia e da qui il suo soprannome. L'artista ci ha lasciato numerosissime  opere, tra le tante è notevole la Sacra Famiglia con san Giovannino e un donatore (1519, Londra, National Gallery).


Sacra Famiglia con san Giovannino e un donatore (1519, Londra, National Gallery)



Beccafumi Domenico (Montaperti, Siena 1486 circa - Siena, 1551)


Autoritratto

Pittore e scultore attivo principalmente a Siena, fu un importante esponente del manierismo. Dal   protettore, il ricco proprietario del fondo su cui lavorava la sua famiglia, ereditò il nome Beccafumi, che sostituì l’originario Domenico di Pace (era anche soprannominato il Mecherino). Il giovane poté quindi studiare a Siena e a Roma, dove venne in contatto con gli ambienti artistici più all’avanguardia; nelle prime opere s’ispirò, inoltre, al Perugino, introducendo tuttavia nelle equilibrate composizioni del Vannucci una nota inquieta e un gusto nuovo per gli effetti luministici (Santa Caterina da Siena che riceve le stimmate, 1514 - 1515, Pinacoteca Nazionale, Siena).


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Santa Caterina da Siena che riceve le stimmate, 1514 - 1515, Pinacoteca Nazionale, Siena


Tra il 1517 e il 1546 Beccafumi realizzò una serie dl disegni per il pavimento del Duomo di Siena raffiguranti episodi dell’Antico Testamento con i quali s’impose all’attenzione della ricca committenza senese. Di là dei soggetti storici degli affreschi eseguiti a Palazzo Bindi-Sergardi e nel Palazzo Pubblico di Siena (soffitto), il suo stile pittorico, caratterizzato dalla predilezione per accostamenti cromatici inconsueti, forme allungate, scorci difficili, sprazzi di luce vivida, si esprime al meglio nelle pale d’altare e nel dipinti, tra cui ricordiamo la Caduta degli Angeli ribelli e il Cristo al Limbo della Pinacoteca Nazionale di Siena, e il San Michele, conservato nella Chiesa di San Niccolò al Carmine, sempre a Siena.


Il Cavazzola (Verona 1485 - 1522)


Soprannome di Paolo Morando, pittore veneto influenzato dai modi derivanti dalla scuola leonardesca  lombarda. Tra le sue opere, caratterizzate da un grandioso impianto compositivo, si ricordano la Madonna col Bambino e San Giovannino e il Polittico con Storie della Passione, entrambi nel Museo di Castelvecchio a Verona.


Madonna col Bambino e San Giovannino ( Museo di Castelvecchio a Verona)



Bonifacio Veronese (Verona 1487 - Venezia 1553)


Soprannome di de' Pittati Bonifacio, figlio di un uomo d'armi trasferitosi ancor giovane a Venezia dove fu allievo o, in ogni caso, seguace di Palma il Vecchio. Nella sua pittura si andarono sempre più inserendo suggestioni  derivate dal Tiziano. Splendido colorista e raffinato compositore il de Pitati fu soprattutto illustratore della sontuosa vita veneziana, trasfigurata in episodi biblici o rappresentazioni allegoriche.


Madonna e Bambino con San Giacomo (1530, National Gallery Londra)


Sacchi Pier Francesco (Pavia 1485 - Genova 1528)


Inizialmente attivo a Pavia, subì il prevalente influsso del Foppa e ciò favorì il suo inserimento nell'ambiente genovese dove fece parte della locale scuola pittorica. A Genova, grazie alla sua conoscenza di opere fiamminghe della zona, il suo stile assunse una fisionomia decisamente più grafica. Dipinse, tra l'altro, una pala d'altare per la Commenda di Pré raffigurante i Dottori della Chiesa (1515-1516, Louvre Parigi).

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Sue opere, come San Paolo mentre scrive sono esposte alla National Gallery di Londra e a Palazzo Bianco di Genova. La quadreria dell'Albergo dei Poveri conservava un suo polittico poi trasferito presso il Museo Diocesano di Genova.


San Paolo che scrive (1520, National Gallery Londra)


Andrea del Sarto (Firenze, 1486 - 1530)


Autoritratto


Soprannome di Andrea d’Agnolo, iniziò il suo apprendistato presso un orafo fiorentino e successivamente entrò nella bottega di Piero di Cosimo, dove si cimentò in numerose copie dei cartoni di Michelangelo e di Leonardo per Palazzo Vecchio, tappa obbligata per la formazione artistica fiorentina del tempo. Nel 1508 l 'artista era già indipendente e divideva la sua bottega con Franciabigio. La sua sapienza pratica lo impegna nello studio dell'atmosfera e non lo fa mai eccedere nella forma e nei sentimenti. Moderato e tranquillo, disegna in modo perfetto i particolari anatomici. Gli affreschi dei cinque episodi della "Vita di San Filippo Benizzi", la "Nascita della Vergine", insieme al "Corteo dei Magi", sono la prima importanti realizzazioni di Andrea del Sarto e risalgono al 1509 - 1514 nel Chiostrino dei voti nella basilica della Santissima Annunziata a Firenze [Alle pareti del chiostro dei Voti sono dipinti, nei lunettoni, gli affreschi più importanti del primo Manierismo fiorentino (inizi del secondo decennio del XVI secolo) : la Natività di Maria e l’Arrivo dei Magi  di Andrea Del Sarto (insieme ad alcune scene delle Storie di San Filippo Benizzi); lo sposalizio di Maria del Franciabigio; la Visitazione di Jacopo Pontormo e  l’Assunzione del Rosso Fiorentino. Nel Chiostro è visibile la lunetta con la celebre Madonna del Sacco, di Andrea del Sarto],

 Basilica  della Santissima Annunziata - Firenze

Una scena delle Storie di San Filippo Benizzi

La sua equilibrata interpretazione della tradizione pittorica fiorentina gli garantì numerose commissioni. Si conoscono i suoi spostamenti: egli effettuò due viaggi a Roma (1511 e 1514), un viaggio a Venezia e un lungo soggiorno di circa un anno (1518-1519) in Francia, presso la corte di Francesco I (Scuola di Fontainebleu, di cui parleremo più avanti). Durante i suoi soggiorni romani, l'artista rimase profondamente impressionato dagli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina e dalle decorazioni di Raffaello in Vaticano. Nella sua maturità artistica questi influssi risultano tangibili negli affreschi a monocromo raffiguranti la "Vita di San Giovanni Battista", dieci piccoli affreschi in chiaroscuro “grisailles”, (1515-1526, Chiostro degli Scalzi, Firenze). Tra le opere più famose di questo periodo vi sono le due tavole raffiguranti la Storia di Giuseppe, dipinte per la camera nuziale di Pierfrancesco Borgherini, la "Sacra Famiglia"  e "La Pietà" del Louvre,  la "Madonna delle Arpie" degli Uffizi.



Madonna della Arpie (1517, Galleria degli Uffizi, Firenze)


Fra i quadri d'altare, la "Madonna delle Arpie" ha la maestà di una regina e la coscienza dell'assoluto... quantunque l'ordinamento derivi dal Cristo risorto di Fra Bartolomeo nella Galleria Pitti, l'immagine si leva statuaria sul plinto, e due angeli la trattengono, mentre il Bimbo inclina il viso sorridente sul braccio teso al collo della Madre, astratta e monumentale anche nel gesto dove la sinistra sostiene il libro... più deboli e fluttuanti nell'equilibrio sembrano San Francesco e San Giovanni Evangelista. Alla ricchezza delle linee si associa l'abbondanza dei toni sulle superfici poliedriche, che frangono i colori, alternandoli con guizzi di luce e veli d'ombra.

Del periodo inerente al soggiorno francese non rimane che l'ampollosa "Carità", oggi al Louvre, e non si migliora nelle altre e più aride Virtù ("Speranza" e "Fede"). Ma lo stile di Andrea del Sarto raggiunge la maggiore elevatezza nella "Madonna del Sacco" (Firenze, SS. Annunziata, 1525), dove le due figure principali creano l'armonia con l'equivalenza delle masse. La Vergine siede sui gradini di un portico e regge il figlioletto, che si rivolge a San Giuseppe intento a leggere un libro e appoggiato al sacco. Il tentativo prospettico di questa semplice e familiare invenzione può richiamare le ripetute esperienze del Correggio. Il ritorno a Firenze del pittore fu caratterizzato da un'importante serie di commissioni per la famiglia medicea. Andrea del Sarto realizzò molti dipinti a olio (Madonne) che comprendono anche numerosi ritratti di donne di cui uno della moglie. Suoi allievi furono il Pontormo e Rosso Fiorentino. Morì nel 1530 (o forse nel 1531), vittima di una delle numerose epidemie di peste che afflissero la città di Firenze.  


Madonna col Bambino e San Giovannino (1515, Galleria Borghese, Roma)



Vergine con Bambino, Santa Caterina, Santa Elisabetta e San Giovannino (1510, Ermitage, San Pietroburgo)


Deposizione del Cristo (1520, Kunsthistorisches Museum, Vienna)



Vergine con Bambino fra San Matteo e un angelo (1522, Museo del Prado, Madrid)


Annunciazione (1528, Palazzo Pitti, Firenze)



Studio di donna seduta che legge (Disegnato conservato alla Galleria degli Uffizi, Firenze)


Assunzione della Vergine e San Giovanni Battista (Palazzo Pitti, Firenze)


Ritratti diversi di donne