La
pittura in Francia
(XV secolo)
Scuola
di Fontainebleu
(XVI secolo)
La pittura in Francia nel secolo XV
Enguerrand Quarton (Charreton)
detto il Maestro della Pietà di
Avignone (1410 - 1466 circa)
Il Maestro della Pietà di Avignone
prende nome dallo splendido dipinto raffigurante il Compianto sul Cristo
morto (1455 circa) che si trovava a Villeneuve-les-Avignon in Provenza e
che oggi è conservato al Louvre.Un gruppo di opere omogenee per caratteri
stilistici e attribuibili con certezza al pittore provenzale Enguerrand
Quarton (o Charreton) è stato avvicinato dagli studiosi alla Pietà di
Avignone.La maggior parte della critica oggi crede perciò che l'anonimo
maestro provenzale ed Enguerrand siano la stessa persona. Fra il 1441 e il
1466 risulta attivo in Provenza, prima ad Aix, poi ad Arles, infine ad
Avignone. La sua formazione avvenne quasi certamente nella cerchia del
Maestro dell'Annunciazione di Aix (probabilmente Barthélemy van Eyck), da
cui trasse la forte componente fiamminga e le forme ancora goticheggianti.
Compianto sul Cristo morto - La
Pietà (1455 circa, Parigi, Louvre) |
Fouquet Jean (Tours 1420 ca. - tra
il 1477 e il 1481)
Autoritratto

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Pittore
e miniatore francese d’incerta formazione. Si suppone che abbia
frequentato la scuola di
miniatura del Maestro di Bedford
a Parigi, dove forse poté vedere opere di Jan Van Eyck, Campin,
Petrus Christus. Un’esperienza
decisiva fu il viaggio in ltalia, a Roma. Ritornò in Francia a Tours
nel
1450 e il decennio successivo fu
molto operoso e intenso. Miniò il “Boccaccio" di Monaco e le
Grandi
cronache dei re di Francia. Nel
Libro d’Ore di Etienne Chevalier (quaranta fogli di grande splendore
che
sono incorniciati separatamente
nel Museo Condé di Chantilly) si incontrano attitudini, ritmi
compositivi, motivi
architettonici tipici del Beato Angelico che negli anni del soggiorno
romano del
Fouquet lavorava in Santa Maria
sopra Minerva e nella Cappella del Sacramento in Vaticano. Per
Etienne Chevalier, tesoriere di
Carlo VII, dipinse il cosiddetto dittico di Melun oggi smembrato
(1452-1455).Il pannello di sinistra, che raffigura Etienne Chevalier
presentato da Santo Stefano, si trova oggi alla Gemälderie di Berlino,
mentre il pannello di destra, raffigurante
la Madonna
col Bambino e Angeli, si trova ad Anversa al Koninklijk Museum voor
Schone Kunsten.
Marmion
Simon (notizie dal 1449 - Valenciennes 1489)
Miniatore
e pittore francese menzionato nel 1468 nella gilda dei pittori di
Tounai. Nessun’opera è documentata, ma generalmente è ritenuto suo
il Polittico di San Bertino (oggi diviso tra
la National Gallery
di Londra e lo Staatliche Museen di Berlino). A Marmion si attribuiscono
anche
la Crocifissione San
Gerolamo della collezione Johnson di Filadelfia, il Miracolo della vera
Croce del Louvre e il Lamento sul Cristo Morto della collezione Lehman
di New York. Marmion ebbe fama soprattutto come miniatore attivo per i
duchi di Borgogna, Filippo il Buono e Carlo il Temerario. Marmion rivela
somiglianze con i pittori francesi, particolarmente con il Maestro di
Saint-Gilles, ma fu sensibile anche alla pittura fiamminga contemporanea
di Bruges e di Gand.
Coro di Angeli (Londra,
National Gallery) |
Vergine con Bambino (Melbourne,
National Gallery Victoria) |
Bourdichon Jean (Tours 1457 circa -
1521)
Pittore alla corte di Luigi XI, Carlo
VIII e Francesco I, è conosciuto soprattutto per la sua opera di
miniatore: Libri d'Ore di Anna di Bretagna e di Carlo d'Angoulême. Gli
sono stati attribuiti anche un trittico nella Pinacoteca di Napoli e un
piccolo ritratto di Anna di Bretagna (1505 circa). Viene considerato un
seguace di Fouquet e del Maestro di Moulins.

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L'adorazione dei Magi
(Miniatura) |
Clouet Jean (Gand 1475 circa - Parigi
1541)
Secondo alcuni è figlio di Jean Cloët, pittore a
Bruxelles nel 1475, secondo altri figlio di Michel Clauwet, pittore a
Valenciennes negli stessi anni. Artista alla corte di Francia nel 1516,
divenne primo pittore del re nel 1523. Nelle sue opere l'influenza dei
miniatori francesi si fonde con quella dei primitivi fiamminghi. Eseguì
sia ritratti disegnati a pietra nera o rialzati a sanguigna, sia
ritratti dipinti di esecuzione precisa e raffinata, costruiti a piani
larghi e semplici come il Francesco I (1518 circa, Museo Condé a
Chantilly e 1524, Louvre a Parigi) e il Delfino Francesco (1522 circa,
Museo di Anversa). L'insieme dei suoi ritratti costituisce un repertorio
unico non solo dal punto di vista artistico, ma anche da quello
iconografico e storico (la famiglia reale e la corte, i grandi
personaggi del tempo da Montmorency a Guillaume Budé, ad Erasmo).
Ritratto di Francesco I (1535,
Parigi, Louvre) |
Jean Perreal (1450 - 1530)
detto il Maestro di Moulins
Nome dato dalla critica all'autore di un gruppo di
dipinti eseguiti nella zona della Loira tra il 1480
e il 1500. Il suo nome deriva dal grande trittico
della cattedrale di Moulins, eseguito intorno al 1498,
che nella tavola centrale rappresenta la Vergine in gloria e, sulle ali, i
ritratti di Pietro II e Anna di Borbone, accompagnati dai loro santi
protettori (sul retro delle ali è raffigurata in monocromo
l'Annunciazione). Chiamato anche Maestro dei Borboni, si rivela un pittore
sicuramente educato su J. Fouquet, oltreché sulla pittura fiamminga; un
maestro di intensa gravità, di trattenuta eleganza, di sottile e meditata
osservazione psicologica. Intorno al trittico sono state raggruppate molte
altre opere e sono stati fatti diversi tentativi per identificare l'autore
di questo corpus abbastanza omogeneo. Fra i nomi proposti vi è quello di
Jean Perréal , attivo a lungo presso la corte di Borboni.
Molto poco del suo lavoro è sopravvissuto, ma ciò che resta è
prevalentemente composto di codici miniati. Perreal è conosciuto per il
suo naturalismo elegante. Egli ha inoltre visitato più volte l'Italia
conosceva Leonardo da Vinci e gli parlò della nuova tecnica
di pastelli a colori secondo quanto è scritto in una nota dello stesso
Leonardo da Vinci nel suo famosissimo Codice Atlantico al foglio 247,
conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. E’ scritto: "una
tecnica nuova per dipingere con differenti colori secchi". Da ciò,
sembra possibile cha a partire dall’inizio del secolo XVI, il pittore
disponesse già dei colori a pastello, come del carbone vegetale o creta
nera, creta bigia, creta bianca, creta sanguigna e di una creta color
azzurro che appare in alcune opere degli inizi del Cinquecento. Rubens, ad
esempio, fu uno dei primi grandi artisti del secolo nel periodo barocco,
che maggiormente approfittò di questi nuovi mezzi.
Pietro II Duca di Borbone
presentato da San Pietro (Cattedrale di Moulins) |
Maestro di Amiens, detto anche
Maestro dei Puys di Amiens
(attivo ad Amiens
tra il 1518 e il 1521)
L'anonimo artista deve il suo nome a quattro dipinti, commissionati
dalla Confraternita dei Poeti del Puy de Notre-Dame di Amiens ed offerti
ognuno dal rispettivo «Principe della Confraternita» nel corso degli
anni 1518-21, oggi tutti conservate al Museo di Amiens. La magniloquente fantasia decorativa delle tavole, estranea alla
pittura francese
dell'epoca, ha fatto ipotizzare un artista straniero strettamente legato
ai manieristi di Anversa. Ma il talento di ritrattista dell'anonimo consente di supporre che si
tratti piuttosto di un olandese
che abbia soggiornato ad Anversa.

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L'ultima cena |
Anonimo di Scuola francese del XV
secolo
La scuola di Fontainebleu
(XVI secolo)
La scuola di Fontainebleau è
considerata la più importante manifestazione della pittura rinascimentale
francese del primo Cinquecento.
Le origini di questa pittura rinascimentale francese sono fortemente
legate al gusto artistico ed alla personalità di Re Francesco I. Infatti,
grande ammiratore dell'arte italiana e fiamminga, permise nel suo palazzo
di Fontainebleau l'incontro di artisti grandi artisti italiani, fiamminghi
e francesi.
In realtà, la lezione di Rosso Fiorentino, Primaticcio e poi in seguito
Nicolò dell'Abate, fu assimilata dagli artisti francesi che contribuirono
a tradurre lo stile manierista italiano nell'elegante ed
equilibrata maniera francese e all'affermazione dello stile non
solo nell'arte francese, ma anche in ambito europeo.
Il termine "Scuola di Fontainebleau" iniziò ad essere
utilizzato ufficialmente nel 1590, periodo di carica del Re Enrico IV.
In questa che viene definita la seconda fase del movimento, assumono
maggiore importanza i pittori francesi e fra questi, Jean
Goujon, François Clouet e Antoine
Caron.
Tuttavia l'influsso di alcuni artisti (in particolar modo degli accademici
bolognesi) impoverirà lo stile della scuola. Nella Dama al bagno, eseguita forse nel 1571
da Clouet e
conservata alla National Gallery di Washington, l’identità della figura
principale, rappresentata in una scena di bagno in un interno, non è
certa, ma si è propensi ad identificarla con Diana di Poitiers, favorita
di Francesco I ed in seguito ereditata come amante da Enrico II. La
maniera di trattare il delicato incarnato della giovane donna è
indicativo del modo di guardare dell’artista all’arte italiana, specie
nel purismo classicista, prezioso ma freddo e compassato del nudo
femminile. Il Clouet si ispira al mito di Venere, intriso da allegorie
letterarie e culturali oggi di difficile interpretazione. Il garofano
nella mano destra può simboleggiare un pegno d’amore, la balia dal
petto straripante può alludere ad abbondanza e fecondità, mentre
l’immagine dell’unicorno alle spalle della serva sullo sfondo è un
chiaro richiamo alla castità della giovane.
Il seno, radioso e soave, della fanciulla inquadrata in una vera e propria
quinta teatrale con tanto di sipario, risplende su quello prosperoso e
pregno di latte della balia in secondo piano, una allusione forse al
contrasto tra seno verginale e puerperale. Il volto è molto bello, ma non
è la sua fronte, né il suo sorriso, né i suoi occhi ad attirarci, bensì
la soave dolcezza dei suoi seni, nei quali il segreto più recondito della
materia s’è consolidato come in nessuna altra forma. Nella
contemplazione serena dei due carezzevoli emisferi vana e lontana ci
appare la sfera terrestre, mentre la fantasia può correre a briglia
sciolta tra i sentieri della pura immaginazione.

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Dama al bagno (1571,
Washington, National Gallery) |
Un’altra tela della scuola di Fontainebleau utilizza il tema tanto
diffuso, si tratta di una Signora alla toilette del museo di Digione
(forse Diana di Poitiers),
l’immagine di una bella donna della nobiltà francese intenta alla
scelta dei gioielli, i cui colori rifulgono sul caldo incarnato del suo
seno, espresso con una tavolozza vivida e vivace, ben lontana dalla
carnagione fredda di Gabriella d’Estress, a conferma del pennello di un
diverso pittore.
La carica di sottile erotismo che promana dalla figura è accentuata dal
gesto misurato delle mani e dalla ripetizione del volto nello specchio
dalla preziosa cornice. Uno scialle impalpabile copre parzialmente le
delicate fattezze della giovane signora, la quale armeggia con calma
serafica tra i suoi gioielli, tra i quali ha scelto un anello, probabile
richiamo ad un agognato matrimonio. Anche se il nome della donna non ci è
noto ed altresì ci sfuggono i sottili simbolismi che sottendono alla
composizione e dei quali abbiamo perso la chiave di interpretazione, non
occorre di più al nostro gusto di moderni per delibare il delicato
erotismo che trasale da questa ieratica figura.
Signora alla toilette (Museo di
Digione) |
Gabrielle d'Estress e sua
sorella duchessa di Villars (Louvre, Parigi) |
Diana di Poitiers nelle vesti
di Diana cacciatrice (Anonimo Scuola di Fontainebleu) |
Maestro di Flora (Scuola di
Fontainebleu)
Nome dato ad un autore sconosciuto di una Flora (già
appartenuta alla collezione d'Albena di Montpellier) che si rapporta ad
altri dipinti, in particolare il Trionfo di Flora (collezione privata) e
La nascita di Cupido (Metropolitan Museum di New York) e qualche
disegno. Tutte opere contrassegnate dal manierismo della metà del XVI
secolo sotto l'influenza di Rosso Fiorentino, Primaticcio e Niccolò
dell'Abate.
Nascita di Cupido (New York,
Metropolitan Museum) |
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