Coppo di Marcovaldo (Firenze ca.
1225 - 1276 circa)
Conosciuto anche come Maestro del
San Francesco Bardi. Pittore fiorentino, una delle figure
più eminenti della pittura toscana del XIII secolo, il più importante
a Firenze prima di Cimabue ed uno dei pochi maestri duecenteschi del
quale si conosca il nome. Venne catturato dai senesi nel 1260 alla
Battaglia di Montaperti e rimase a Siena per circa nove anni dipingendo
anche il Crocifisso destinato poi a San Gimignano.

Crocifisso di San Gimignano |
Un'altra sua opera certa è il Crocifisso di San Zeno
attualmente esposto nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia e la Madonna
del Bordone della chiesa di Santa Maria dei servi a Siena.
Crocifisso di San Zeno |
Madonna del Bordone |
Nella difficoltà di formulare attribuzioni certe
alla pittura duecentesca, così legata a modelli fissi, molti lavori
sono stati attribuiti a Coppo, uno dei pochi artisti legato ad un
catalogo di opere. Come Maestro del San Francesco di Bardi è stato
identificato in Coppo l'autore della tavola, veneratissima, che
appartiene fin dalle origini alla Chiesa di Santa Croce in Firenze che
narra la vita del santo. Sono presenti 20 storie nella tavola, alcune
delle quali molto rare.
Buffalmacco Buonamico (Firenze 1290
- 1340)
Artista
eccentrico, immortalato come pittore furbo e burlone dal Boccaccio nel
Decamerone in due
celebri e spassose novelle (giornata VIII, novella III e VI). Nella
prima si narra di come «Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo
Mugnone vanno cercando di trovar l'elitropia», nell'altra «Bruno e
Buffalmacco imbolano un porco a Calandrino». Si discostò dal filone
giottesco. Pur non essendo note emissioni filateliche che riguardino
questo artista va segnalato comunque come lo straordinario autore di
eccezionali affreschi nel Camposanto di Pisa.
Inferno - Un demone strappa l'anima di un defunto
rappresentata come un bambino nudo che gli esce dalla bocca
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Giudizio Universale |
Tebaide |
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Le tombe scoperchiate |
Scena cortese |
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Il diavolo |
Angeli in battaglia |
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Duccio di Buoninsegna (metà del
secolo XIII - 1318 circa)
La pittura gotica senese si sviluppa parallela alla
scuola di Giotto, ma su fondamenta estetiche completamente diverse:
quelle di Duccio di Buoninsegna che, grazie alla sua opera prima e,
successivamente, quella di Simone Martini fece diventare la scuola
senese un punto di riferimento del gotico internazionale. Duccio parte
dal modello bizantino che cerca di trasformare mettendo in risalto
l'immergersi dell'uomo nella meditazione su Dio come parte della vita
quotidiana. Duccio è impegnato nella produzione di immagini sacre domestiche
non di vasti cicli pittorici. Non si preoccupa tanto della collocazione
della figura nello spazio e di una visione realistica dell'oggetto
dell'opera, quanto delle necessità estetiche dei suoi committenti che
preferiscono soluzioni stilistiche conservatrici, tradizionali o
improntate all'arte di corte. La Madonna Rucellai è ancora legata allo
schema bizantino, ma si possono già riconoscere i segni del nuovo
orientamento. L'architettura del trono trasmette un'impressione di
spazialità e fa apparire tridimensionali gli angeli costruiti in modo
uniforme e poco differenziati nei gesti.

Madonna Rucellai |
Intorno al 1311 dipinge la Maestà per il Duomo di
Siena. nel linguaggio popolare venivano chiamate Maestà i tabernacoli e
i quadri sacri che adornavano luoghi pubblici. A Siena, la Madonna era
stata scelta come sovrana del comune in quanto i senesi nel 1260 avevano
invocato la sua protezione per sconfiggere in battaglia i fiorentini.

La Maestà di Duccio |
Nell'opera la Vergine dà l'impressione di
essere scesa dal suo trono celeste per sedersi su uno terreno. Essa
siede su un trono di marmo i cui pilastri sono strutturalmente simili
all'architettura del duomo. La rappresentazione si trova così sulla
linea di confine fra l'adorazione sacra e l'udienza profana.

Particolare della Maestà di
Duccio |
Trittichetto di Londra -
Madonna, Bambino e San Domenico |
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Madonna con sei angeli |
L'annunciazione |
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Madonna di Crevole |
Preghiera al monte degli ulivi |
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Le tentazioni di Cristo |
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Vocazione di Pietro e Andrea |
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Gesù guarisce il cieco |
Pietro Lorenzetti (Siena 1280 circa
- 1344 circa)
Le notizie sicure sulla vita di Pietro Lorenzetti
sono assai scarne e spesso le esili notizie sulla sua vita si confondono
con quelle relative al fratello Ambrogio. Nè tantomeno offre un aiuto
sostanziale la biografia che di lui redasse Giorgio Vasari che lo
definisce filosofo e letterato, oltre che pittore, ma dimostra di non
sapere nulla della sua parentela con Ambrogio. Gli studiosi suppongono
che Pietro fosse il maggiore dei due e che stesse a bottega da Simone
Martini a Siena. si considera che intorno al 1300 fu sicuramente ad
Assisi, quindi si recò a Firenze dove realizzò un Polittico e alcune
opere singole in luoghi sacri. Tornò, quindi, ad Assisi per affrescare
il braccio sinistro della Basilica inferiore di San Francesco. Dopo il
1329 Pietro rientrò a Siena ove dipinse una celebre Natività nella
quale il suo stile si dimostra maturo e composito.
Ultima cena - Basilica inferiore di San
Francesco d'Assisi |
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Madonna e San Giovanni Battista |
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Vergine col
Bambino tra San Francesco e San Giovanni |
Maestro di Città di Castello (inizi
secolo IVX°)
Anonimo
pittore senese seguace di Duccio di Buoninsegna e di Ugolino di Neri
autore di una Maestà della Vergine che si ammira nella Pinacoteca di
Città di Castello e di altri due polittici. Caratteristico per il
chiaroscuro fumoso che modella vigorosamente le sue languide Madonne di
cui ricordiamo quella esposta al Louvre circondata da quattro angeli qui
di seguito riprodotta.

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Madonna con Bambino
circondata da quattro angeli |
Simone Martini (Siena 1284 circa -
Avignone 1344)
Simone Martini, allievo di Duccio di Buoninsegna, fu
grande compositore di pitture eleganti e musicali, in cui brilla l'acuta
gentilezza dello spirito senese medioevale. La scuola senese ebbe ben
presto una sua evoluzione, indipendente dalla scuola fiorentina
preponderante di Giotto, divenendo un centro attivo di cultura gotica con
un gusto e una tradizione particolare. E il laboratorio di Simone Martini
divenne uno dei più attivi centri di innovazione e ricerca pittorica. Con
Giotto la pittura fiorentina entra risolutamente nella via maestra della
rappresentazione plastica e drammatica. Con Duccio, la pittura Senese
prende invece il sentiero divagante della figurazione lineare, mentre la
pittura di Simone Martini si avvale principalmente del disegno emotivo e
del colore lirico che esprime i sensi patetici e i motivi fantastici che
divennero tipici della pittura senese. Le figure dipinte da questo artista
sono delle emozioni disegnate e colorate in cui è sempre presente la
singolare personalità dell'uomo. Tra le opere più conosciute ricordiamo
la Maestà del Palazzo Pubblico di Siena, il Polittico per Santa Maria dei
Servi a Orvieto, il Polittico di Cambridge, il Polittico per Santa
Caterina a Pisa, il Polittico per San Domenico a Orvieto, la Madonna
dell'Annunciazione.
La Maestà del Palazzo Pubblico di Siena |
Polittico per Santa Maria dei Servi a Orvieto |
Polittico per San Domenico a Orvieto |

Polittico di Cambridge |
Polittico per Santa Caterina a Pisa |
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Madonna dell'Annunciazione |
Teste di Gesù (particolari di
dipinti nei Musei vaticani) |
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