Luca Signorelli (Cortona 1445 ca. - 1523)


Autoritratto

Esponente della scuola umbra del Rinascimento italiano fu, probabilmente, allievo di Piero della Francesca da cui assimilò il singolare taglio prospettico, mentre dal Pollaiolo derivò l'attento studio per l'anatomia umana. La sua Pala d'altare madonna con Bambino, quattro santi e tre angeli, realizzata nel 1484 e conservata nella Cappella del Duomo di Perugia, rivela una notevole abilità nella "res anatomica". I suoi capolavori sono i grandi affreschi realizzati tra il 1499 ed il 1504 per la Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto. Ispirati alla Divina Commedia, raffigurano scene dell'Inferno, Purgatorio e Paradiso, la drammatica Fine del mondo e il Giudizio Universale, dai corpi violentemente contorti e il disegno rigoroso dei nudi. Il Giudizio, inoltre, molto più imponente e preciso rispetto all'iconografia tradizionale, illustra anche la Storia dell'Anticristo, con chiari riferimenti al monaco Savonarola. Le possenti figure di Signorelli, molto realistiche e dettagliate, influenzarono Michelangelo e Raffaello. Eseguì anche due apocalittici affreschi nella Cappella Sistina sul Testamento e morte di Mosè.

Testamento di Mosè


Francesco Botticini (Firenze 1446 - 1498)


Seguace di Andrea del Castagno e di Cosimo Rosselli, lavorò con Verrocchio e sentì fortissima la suggestione di Botticelli e, più tardi, di Filippino Lippi. Fra le sue opere si ricordano la giovanile Madonna e Santi datata 1471 (Parigi, Musée Jacquemart-André), vicina ai modi di Andrea del Castagno e l'Assunzione Palmieri anteriore al 1475 (Londra, National Gallery), con la famosa veduta di Firenze e il Tabernacolo nel Museo della collegiata di Empoli con la predella di raffinata eleganza, tipica espressione di un notevole pittore sopraffatto dai colossi della sua generazione.

Assunzione Palmieri

 

Raffaello Botticini (Firenze, 1474 ca. -1520)

Suo padre fu Francesco Botticini. Raffaello ne fu prima collaboratore, in seguito successore alla guida della bottega paterna.

Madonna in trono con angeli e santi


Fiorenzo di Lorenzo (Perugia 1445 ca. - 1525?)


Educatosi alla scuola dei pittori umbri, si rinnovò sotto l'influsso del Perugino senza riuscire mai ad affrancarsi dai modi provinciali. Autore di numerosi polittici e tavole, generalmente di soggetto sacro, in gran parte raccolti nella Pinacoteca umbra di Perugia. Alcune opere si trovano nella Chiesa di Santa Maria di Monteluce a Perugia e in varie località dell'Umbria.

Vergine con Bambino


il Perugino (Città della Pieve 1445 ca. - Fontignano, PG 1523)


“Pietro Perugino, ben si può dire fiorentino, ch'è allevato qui". Così l'Albertini, nel 1510, parla di Pietro Vannucci detto il Perugino, nato, in realtà, a Città della Pieve (Perugia). Considerato il massimo esponente della pittura umbra del XV° secolo, il Perugino rappresenta a tutto tondo la compagine artistica dell'umanesimo. Inizia presto la sua attività, diventando discepolo di Piero della Francesca e già nell 1472 si iscrive alla Compagnia di San Luca a Firenze ed entra a far parte della bottega  del Verrocchio. Qui incontra Leonardo Da Vinci, suo compagno di studi, a cui per motivi spirituali e caratteriali è spesso assimilato. Nessuna opera di certa attribuzione risulta anteriore al 1478, anno in cui il pittore affresca la chiesa  di Cerqueto, di cui oggi non restano che dei frammenti. 
E' la partecipazione alla più grande impresa decorativa del tardo Quattrocento italiano a rappresentare una svolta nella sua attività. Giunto a Roma nel 1479, fra il 1481 e il 1483, per incarico di papa Sisto IV ed insieme a Botticelli, Ghirlandaio e Cosimo Rosselli  affresca la finta pala d'altare della Cappella Sistina, alcuni riquadri con Storie di Mosé e di Cristo, e la celebre Consegna delle chiavi a San Pietro. L'opera, che influenzerà Raffaello, è un capolavoro e segna l’inizio di una brillante carriera. Perugino apre due botteghe, a Firenze e a Perugia, mettendo all'opera il suo talento organizzativo ed imprenditoriale più che quello artistico anche se quest’ultima attività  diventa più lenta e di maniera. Ciò nonostante non gli impedisce di ottenere fama di maestro singolare, et maxime in muro e di essere considerato il meglio mastro d'Italia, almeno dai suoi contemporanei. Verso la fine del Quattrocento realizza opere per committenti fiorentini, tra le quali la "Madonna che appare a San Bernardo" (1493), il ritratto di "Francesco delle Opere" (1494), il "Compianto su Cristo Morto" (1495), la "Crocifissione ad affresco nella chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi (1495-96), la grande pala di Vallombrosa (Firenze, Galleria degli Uffizi, 1500), il polittico dell'Annunziata (Firenze, Galleria dell'Accademia, 1505-07). A Perugia dipinge la pala dei Decemviri (1495), i polittici di San Pietro (1496) e Sant'Agostino (1510-20), lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Sant'Anello in Duomo (1503-04) attualmente presso il Museo delle Belle Arti di Caen, che Raffaello usò come modello per il quadro che porta lo stesso titolo.   Del 1508 è la decorazione della volta della stanza dell'Incendio di Borgo in Vaticano, commissionata  da papa Giulio II, nei quattro tondi sono inseriti la Santissima Trinità, il Creatore in trono tra angeli e cherubini, Cristo come Sol Iustitiae e Cristo tentato dal demonio, Cristo tra la Misericordia e la Giustizia. Molte sue opere sono presenti in altre città, da Bettona a Corciano, da Foligno a Montefalco. L’artista viaggiò molto, spostandosi di città in città, forse spinto da quella che il Vasari non esitò a definire avidità. A causa del nascente interesse nei confronti di una nuova generazione di artisti quali Fra' Bartolomeo e Andrea del Sarto molti committenti lo abbandonarono e l'inizio del Cinquecento segnò un lento declino per l'artista che morì di peste nel febbraio del 1523 nel piccolo borgo di Fontignano, lontano da Firenze come dal successo e dagli onori del passato. 

Il battesimo di Cristo
Viaggio di Mosè in Egitto
La consegna delle chiavi
Madonna con Bambino

 

Affreschi nella Cappella del Castello Maggiore

 

Adorazione dei Magi

 

Tondo della Stanza dell'Incendio del Borgo in Vaticano

 

Madonna in trono con Bambino e i Santi Giovanni Battista e Sebastiano

 

Vergine con Bambino

 

Epifania

Il matrimonio della Vergine

 

San Sebastiano

 

Madonna con Bambino, con angeli, Santa Rosa e Santa Caterina d'Alessandria


Domenico Ghirlandaio (Firenze 1449 -1494)


Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio, nacque a Firenze nello stesso anno di nascita di Lorenzo de’ Medici. Figlio di Tommaso orafo esperto nella realizzazione di monili (ghirlande), destinati alle acconciature delle donne dell'epoca. Appartenente ad una benestante e numerosa famiglia di artigiani, Domenico, comincia a lavorare come orafo presso la bottega del Verrocchio, ma la passione del giovane apprendista sono la pittura e, soprattutto, il mosaico tanto che, presto, si ritrova allievo di Alessio Baldovinetti, un famoso affrescante e maestro di mosaico. Sono ricordati con il soprannome di Ghirlandaio anche i fratelli di Domenico, David e Benedetto ed il figlio Ridolfo, tutti pittori che lo affiancano in molti lavori. Uno dei primi affreschi per il quale Domenico Ghirlandaio viene ricordato nella storia dell'Arte italiana, sono quelli della Collegiata di Santa Fina a San Gimignano (1475).
Nel 1481, il Papa Sisto IV lo chiama a Roma con Cosimo Rosselli, Botticelli e Perugino per dipingere nella Cappella Sistina la Vocazione di Pietro e Andrea.
La Cappella doveva essere dipinta con dieci storie entro il 15 marzo 1482, pena una multa colossale. Domenico Ghirlandaio vi lavora instancabilmente con i suoi numerosi collaboratori e riesce a rispettare la scadenza e, oltre al paesaggio ripreso con grande cura, vi dipinge una grande folla di personaggi presi pari pari dal bel mondo fiorentino.

Vocazione di Pietro e Andrea

La sua pittura ispirata a Giotto prima e a quella di Masaccio, Andrea del Castagno e Verrocchio in seguito, è caratterizzata dal realismo e dalla perfezione del tratto..
Tornato a Firenze, Domenico Ghirlandaio affresca nel 1485 la Cappella Sassetti in Santa Trinità e nel 1486 La Pala con "L'Incoronazione della Vergine". Con Domenico Ghirlandaio, fra gli anni 1485 e 1490, collabora il fratello Davide per i famosi affreschi de "le Storie della Vergine e del Battista"situate nel coro della chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Molto probabilmente a quel lavoro collabora anche Michelangelo Buonarroti che era a bottega da lui dal 1488.
Il realismo e la perfezione del tratto che caratterizzano le sue opere ne fecero un artista molto richiesto, tanto che diversi esponenti della borghesia cittadina divennero suoi mecenati. Ghirlandaio eseguì affreschi e dipinti di soggetto religioso, più richiesti in assoluto, ma introducendo nella composizione scene di vita fiorentina, ritratti di personaggi contemporanei e soprattutto ambienti interni ed esterni reali. Domenico Ghirlandaio, aderendo all'idea del suo tempo, che l'arte classica è un'arte naturalistica e che lo scopo dell'arte è imitare la natura, dipinge precise rappresentazione dei panorami che circondano l'artista: alberi e montagne, case ed animali sono ripresi con un verismo commovente e finalmente libero dalla durezza della pittura nordica.

Adorazione dei Magi

 

Natività di Cristo con adorazione dei pastori e venuta dei Magi (Cappella Sassetti, Santa Trinità a Firenze)

 

Vergine con Bambino

 

Ultima cena - Refettorio della foresteria Convento di San Marco a Firenze

 

Ritratti di nobildonne fiorentine


Ercole de' Roberti (Ferrara 1450 ca. - 1496)


Protagonista della scuola ferrarese del Quattrocento. Visse tra Ferrara e Bologna, finché rientrato a Ferrara definitivamente nel 1486 divenne artista di corte del Duca Ercole I d'Este. Tra le sue opere più espressive la più antica Settembre negli affreschi dei mesi del Palazzo Schifanoia di Ferrara (1469) e i Miracoli di San Vincenzo Ferreri, una tavola aggiunta alla Pala del Polittico Grifoni realizzato da Francesco del Cossa (1473, Pinacoteca Vaticana), fino alla monumentale geometrica Pala con Madonna e Santi (1481, Brera). Il suo capolavoro è tuttavia considerato il successivo ciclo di affreschi con Episodi della Passione di Cristo nella Cappella Garganelli in San Pietro a Bologna: opera  molto ammirata da Michelangelo, ma purtroppo andata distrutta già in età barocca. Residua un frammento con il volto della Maddalena piangente (Pinacoteca Nazionale di Bologna) e alcune copie. Tutti gli affreschi eseguiti nelle ville estensi sono andati anch'essi del tutto perduti.

Madonna con Bambino - Adorazione dei pastori - Mandolinista

 

Ultima cena


Bartolomeo Montagna (Orzinuovi BS 1450 ca. - Vicenza 1523)


A Venezia tra il 1469 e il 1474 si accostò a Giovanni Bellini assorbendone il gusto del colore. L'arrivo di Antonello da Messina a Venezia nel 1475 fu essenziale per la sua formazione. Svolse la sua attività nei centri del Veneto dove erano più diffuse l'arte padovana e quella del Mantegna.

Madonna con Bambino

 

Madonna in trono con Bambino e Santi 

 

Madonna in trono con Bambino e i Santi Sebastiano e Rocco


Giovanni di Pietro detto Lo Spagna (1450 - 1528)


Pittore originario della Spagna. Fu attivo dal 1504 in Umbria e si impose tra i più fedeli seguaci del Perugino. Le prime opere note richiamano, infatti, i dipinti del maestro umbro nella composizione e nella tipologia, mentre il colore cinereo dà alle figure un tono più scopertamente ed esteriormente piacevole. Possiamo ritenere un suo capolavoro la Deposizione della Chiesa delle Clarisse a Trevi.

 

Natività (Louvre) e particolari